Carissime sorelle,
Oggi è un giorno di grazia, un giorno in cui il Cielo e la Terra si uniscono per lodare il Signore e fare festa con voi per questo passo importante. Un passo da sempre desiderato da Dio, che vi ama e vi conosce, una ad una. Un passo che risponde ad una chiamata che il Padre ha rivolto al cuore della vostra persona già prima di formarvi nel seno materno. Oggi è un giorno di festa, un giorno di grazia perché con il vostro “sì”, ci manifestate la bellezza che scaturisce dall’adesione libera alla chiamata che Dio rivolge a ciascuno in modo personale. È Lui che ci ha amati e ci ama per primo, è Lui, il Signore della Storia, “il Dio fedele”, che si è legato a noi e ci ha scelti, come sottolineato nella prima lettura ascoltata. È Lui ad essersi legato a ciascuna di voi, ad avervi scelte sin dal principio, perché con la vostra vita possiate glorificarlo portando molto frutto e diventando discepole di Cristo, testimoni della Sua Carità. La notizia più bella, che alleggerisce il cuore e lo ricolma di gioia, è che, come la Parola oggi in modo puntuale ricorda: per fare ciò non ci è chiesto di affannarci, di affermare la nostra bravura o capacità, ma al contrario di lasciarci fare dallo Spirito Santo, che abita in noi, sempre più umili e piccoli, per poter trasmettere, come canali puri, nel mondo, il Suo Amore.
“Rimanete in me e io in voi. Rimanete nel mio amore”. Questa la strada per la gioia piena. Ma com’è possibile farlo? Il vangelo ci dona la chiave per comprendere questo e per viverlo:
- Al cuore di tutto è, e sempre sia, la relazione col Padre, l’agricoltore della vite di cui siamo i tralci. L’emissione dei voti che oggi solennemente professate, sia per voi, e per noi tutti, segno e ricordo della vita filiale che nel battesimo vi è stata donata. Crescete, di ora in ora, in questo abbandono fiducioso nelle mani di Dio Padre, che tutto conosce di voi, e che, un passo alla volta, per la grazia della santa obbedienza, vi condurrà affinché la vostra vita e vocazione possa sempre più fiorire e portare frutto. Non temete mai di affidarvi a Lui e, anche nella debolezza più estrema, a Lui tornate! Consegnatevi a Lui con tutto il cuore: siete sue figlie e Lui vi ama immensamente!!!
- La Via per crescere in questo abbandono fiducioso nelle mani del Padre è Cristo, la vite vera di cui siamo tralci. Il Figlio di Dio è l’unico che con la Sua Parola, lampada per i nostri passi, con la Sua vita consegnata nel mistero pasquale celebrato in ogni Eucarestia, con il Suo respiro, lo Spirito Santo in noi, può insegnarci il modo in cui vivono i figli, e come camminare nella povertà, castità e obbedienza, nella Sua Carità.
- Rimanere in Cristo significa custodire e coltivare le relazioni con gli altri. La Chiesa è il Corpo di Cristo Risorto ed è in essa che siamo chiamati a rimanere, a lasciarci intessere in relazione, “gli uni negli altri”, per amarci come Lui ci ha amato. È la stessa vita di Cristo, e il Suo Santo Spirito, ad unirci nella comunione, ad unificarci e a rendere possibile l’armonia nella diversità, valorizzando la bellezza e il dono che Dio ha posto in ciascuno. La vostra madre, Giovanna Antida Thouret, è un esempio di questo. “Sono figlia della Chiesa, siatelo anche voi con me”, esortava nella Circolare dell’11 aprile 1820. Siate figlie, sorelle e madri le une delle altre, e di tutti i fratelli e delle sorelle che il Signore vi metterà accanto, in un modo o in un altro.
Non conosco la storia di ciascuna di voi, ma sono certo che, se oggi siete qui a consegnare la vostra vita nelle mani del Signore, è perché avete fatto esperienza concreta e personale del Suo Amore, che vi ha sedotte, custodite, è venuto a cercarvi, vi ha salvate dalle morti, dalle notti o dagli smarrimenti che possono aver attraversato la vostra vita, come quella di ognuno. Vi esorto, care figlie e sorelle, a tornare spesso con la memoria e la lode, alla storia di amore di Dio con voi, a questa storia di salvezza e redenzione personale, perché questa, vi assicuro, è una delle vie privilegiate per custodire la grazia, oggi ricevuta in abbondanza.
Senza dilungarmi oltre, mi permetto di lasciarvi tre piste come augurio per il vostro cammino:
- Siate sempre piccole e umili. Non cercate cose grandi, siate piccole… ai piccoli il Padre rivela i misteri del Regno e San Paolo oggi ce lo ricorda: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Il Padre a volte permette che nella vite vera ci siano tagli e potature. Benedite, carissime, questi momenti, come occasione favorevole per la conversione del cuore e per tornare all’essenziale. Accogliete con cuore grato e benedicente ogni evento, ogni prova che potrete incontrare lungo il vostro cammino, eventuali momenti di fatica o di debolezza, affidandovi al Padre con sempre maggiore fiducia e rinnovata umiltà.
- Siate sorelle di tutti. Custodite la grazia della fraternità e, se volete, della sororità come uno dei doni più grandi che il Padre ci ha fatto, ricordando ogni ora il suo comandamento e desiderio: “che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Abbiate a cuore ogni uomo e ogni donna, e soprattutto, come il quarto voto che tra poco emetterete: siate sorelle al servizio dei poveri e dei più vulnerabili.
- Siate testimoni gioiose del vangelo, portatrici di speranza. Siamo alle porte del Giubileo della speranza. È proprio di questa speranza che oggi il mondo ha bisogno! Grande lo smarrimento generale, il senso di vuoto e, a volte, di reale disperazione. Siamo chiamati oggi a portare con maggiore freschezza la potenza del vangelo, non tanto -o non solo- con le parole, ma soprattutto con la testimonianza della nostra vita nelle piccole cose vissute con gioia; nell’accoglienza e nella cura degli altri con tenerezza; nella fede semplice e autentica; in sguardi che orientano “oltre”, nella visione d’insieme; in gesti che fanno gustare la vita eterna già ora e già qui, nella bellezza delle relazioni realmente fraterne. Questa è la speranza di cui il mondo ha bisogno!
Carissime sorelle, voglio terminare dicendovi a nome di tutti: grazie. Grazie perché il vostro “sì” riguarda anche ciascuno di noi, la Chiesa tutta e l’intera umanità. Siamo tutti connessi e responsabili gli uni degli altri, e il il vostro “sì” è un segno di responsabilità anche verso di noi. Allo stesso tempo ci sollecita a rispolverare, a confermare e a rinnovare ciascuno il proprio “sì” alla vita e la propria responsabilità personale per la diffusione del Regno.
Chiediamo la grazia allo Spirito Santo, di trovare lo slancio, il coraggio e la docilità per metterci a Sua completa disposizione e perché, nel discernimento personale e comunitario, troviamo la via per manifestare la bellezza e la potenza del vangelo, fonte di ogni speranza. Amen.